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Fabio, Campione Di Umiltà. “Vorrei Realizzarmi Nel Mondo Del Lavoro, Come Ho Fatto Nel Ciclismo”.

Fabio, campione di umiltà. “Vorrei realizzarmi nel mondo del lavoro, come ho fatto nel ciclismo”.

In una “giornata ponte” come questa il mio macbook sarebbe dovuto rimanere off. Ma seguendo lo stile improvvisazione-ispirazione blogging @CyclingNotes, mi è venuta voglia di raccontare brevemente un’altra storia ciclistica. Quella dell’amico Fabio Sacchi. Fabio lo conosco dal 2010. Ci incrociammo per lavoro. Lui collaborava con una azienda bike di RSM, io con Sky Sport Icarus lo assoldai per una puntata alla Nove Colli. Proprio l’anno prima (2009) aveva vinto da outsider la corsa di Cesenatico più ambita dagli amatori, lasciando tanti a bocca asciutta. E così che partimmo assieme alle 6 di mattina con le facce assonnate seguiti dalle telecamere Sky, lui mio gregario con il numero 1 sulla schiena. Che onore! Fu uno spettacolo, soprattutto ai ristori e quasi tutti i 12.000 che si chiedevano stupiti: “Oh ma quello è il numero 1? Ma chi è? Ma è Sacchi? Ma perchè va così piano?”. Fabio mi fece simpatia, per il suo atteggiamento da antidivo, la disponibilità, l’educazione con tutti. Umile fino al midollo, nonostante una carriera di quasi 15 anni tra i big del ciclismo pro, guascone, ironico e soprattutto buono d’animo. Gli anni successivi ci siamo un pò persi di vista, lui preso dai suoi nuovi impegni lavorativi post professionismo e  familiari (ha tre figli meravigliosi), io sempre indefesso freelance girovago.

Ma ogni volta che ci vedevamo per una pedalata e due chiacchiere aveva sempre un pensiero per me. Chiamasi generosità. Negli anni ha avuto a che fare con i più grandi, Cipollini, Petacchi, Bettini, Cancellara, etc, ma nonostante c’è chi nel bene e nel male l’ha sempre chiacchierato, Fabio è rimasto se stesso, come ogni essere umano con pregi e difetti. Oggi collabora come tester e cycling advisor di aziende specializzate e svolge il ruolo di private tour guide per i bike hotels e altri clienti.  In sella alla sua bici promuove il nostro territorio con giornalisti stranieri, tour operator, vip e influencer. L’esperienza più bella sicuramente l’aver pedalato assieme sugli itinerari di Marco Pantani con la leggenda Bernard Hinault. Parlavano in dialetto francese, citavano anedotti del Tour de France (Hinault ne ha vinti 5, Sacchi ne ha corsi 7 da gregario e li ha finiti tutti).  Io li osservavo ammirato.

Nei giorni scorsi, gli ho voluto fare delle domande/risposte lampo giusto per farci raccontare qualcosa di se stesso, la sua carriera, la sua vita. 

Come hai scoperto la bici? “Un giorno di 36 anni fa’ , ero fermo a un stop insieme alla mia famiglia e passo’ una gara in bici … mi sono innamorato all’istante”. 

In breve la tua carriera. quanti, quali  anni e dove?   “14 anni da prof , in totale 36 anni che pedalo  … sono passato in prova con il Team Polti nel 1996…  poi  Team Saeco, Fassa Bortolo ,Team Milram”. 

Una vita da pro, quali i momenti più esaltanti ?   “La vittoria al mondiale di Zolder 2003 e la mia personale alla Milano-Torino del 2004”. 

Quali invece i momenti più difficili ? “La caduta durante la Gand-Wewelghen  2007 che segno’ la fine della mia carriera”. 

Perche gregario ? Avresti potuto essere il capitano di un Team? Quando passi prof devi trovare subito il tuo posto ed essere sempre umile ….”

Quali i capitani che ti hanno regalato più soddisfazioni ? “Marione Cipollini sopra tutti con le vittorie e la sua gratitudine”. 

La vittoria più bella ? “Sicuramente la Milano -Torino e le 2 tappe consecutive alla Vuelta Murcia Espana”

Mondiale Zolder …ricordi ?  “Si tanti ricordi, un’emozione che tutt’oggi sento quando vedo le immagini.. Ero la spalla di Mario dalla partenza fino all‘arrivo. Fu un grande successo”. 

Oggi una nuova vita da Cycling Advisor ? Come ti trovi in questa nuova veste ? “Molto bene e vorrei essere sempre piu’ impegnato nel business del bike turismo, chissà un giorno con un tour operator specializzato tutto mio”

Che ne pensi del segmento cicloturismo?  “E’ in grande crescita nel mondo e nel nostro paese, ma il business a volte lo vedo troppo sfrenato, ognuno alla ricerca di una vittoria che non porta a nulla ..”

Una vita in famiglia, ma anche un hobby importante ? E’ vero che alleni i bimbi a giocare a calcio ? ” Alleno e’ un parolone, cerco di trasmettergli gli ideali e l’etica dello sport e del divertimento, entrambi aspetti importanti per la loro età”. 

Sogni nel cassetto ?  “Realizzarmi nel lavoro , come penso di aver fatto nello sport”. 

In bocca al lupo!

AM@CyclingNotes 🙂

This Post Has One Comment
  1. mi fa piacere quando leggo che un professionista come Sacchi si realizza nella vita a fine carriera
    io l’ho conosciuto quando era ancora un dilettante juniores li ho portati a zurigo in pista per una gara alla americana che aveva vinto in coppia con Quaranta avevo predetto che sarebbero diventati due ottimi professionisti…….avevo visto giusto….

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