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Il Mio Primo Tour De France: Quella Volta Che Scalai L’Alpe D’Huez Con I “pesi Massimi” Philippe E Mark

Il mio primo Tour de France: quella volta che scalai l’Alpe d’Huez con i “pesi massimi” Philippe e Mark

Ieri si è conclusa l’edizione 2017 del Tour del France, e proprio quando Chris Froome alzava le braccia al cielo per il suo quarto successo ai Campi Elisi mi è balzato in mente un ricordo vecchio quattro anni ma ancora vivido. Era il luglio 2013 e alla Gran Boucle c’ero anche io con l’inglese di origini keniane che vinceva per la prima volta a Parigi. Una vittoria meritata, dopo avere dominato sulle Alpi. Io mi trovavo li con gli amici aussie di Bike Style Tours, pedalando sui percorsi della maglia gialla. Giornate indimenticabili con una decisamente particolare: la scalata dell’Alpe d’Huez poche ore prima del passaggio dei big. Il tour leader di Bike Style Eric poco prima della partenza mi fece un breve briefing: “Andrea how are you doing today?…come ti senti oggi mate? C’è una impresa che ti aspetta. Mark e Philippe vogliono arrivare in cima all’Alpe e tu li dovrai scortare amico mio”.

Pensavo si trattasse di uno scherzo. Managers di Sidney, i due “boys” all’epoca pesavano entrambi sopra i 140 chili. Le biciclette sotto la loro seduta sembravano piccolissime. Partiamo dopo un buon caffè ai piedi della salita di 14km con un media vicina al 10%. Uno dei due mi sussurra alle orecchie: “Could you really push me up?”. Sorrido un pò preoccupato. I primi due km sono terribili con le pendenze che si fanno subito impossibili. Spingo sui pedali e comincio a scortare Mark e Philippe con piccole,  ripetute e brevi spintarelle. Una fatica immane. Arriviamo al terzo tornante, ne mancano all’appello ancora diciotto. “Oh My God!” …me lo dico da solo. Ma non mollo e non li faccio mollare. Saliamo pianissimo, ma metro dopo metro la consapevolezza che si trattasse di una vera impresa stava diventando reale. Le migliaia di tifosi che aspettavano il passaggio dei ciclisti pro, quelli veri, erano tutti dalla nostra parte.  Una festa improvvisata e multietnica a base di barbecue odori forti e birra a fiumi hanno accompagnato la nostra sofferenza. C’era chi spingeva i nostri “didietro” chi persino ci ha offerto da bere, chi da fumare. Mi ripetevo: “Oh my God ma dove sono finito?” Grazie proprio a Dio le mie gambe e il fiato tenevano. Spingo ancora, incito i ragazzi a non mollare, ci concediamo qualche sosta, ma l’obiettivo della cima non era così lontano.  Il carattere aussie viene fuori, Mark e Philippe sono visibilmente provati ma vogliono portare a termine questa impresa. Ultimo km.

La salita miracolosamente molla e diventa più pedalabile. Ho gli occhi lucidi e sono in trance agonistica. Spingo soprattutto Mark che ha finito le energie  e penso a Marco Pantani che vinse qui da eroe nel 1995 (indimenticabile il suo urlo liberatorio) e nel 1997. Eric ci abbraccia all’arrivo con tutti gli altri clienti di Bike Style ammirati e quasi increduli da quello che avevamo combinato. Saliamo sul podio con le gambe tremolanti dall’emozione. Tutti e tre tratteniamo il fiato e le lacrime. Philippe mi stringe: “Mate tonight you deserve a nice bottle of Champagne! Si la meritavo proprio. Ma l’abbiamo bevuta in tre! Anzi alla prima ne sono seguite altre ….”

@cyclingnotes 🙂

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