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L’Italia Vuole La Via Francigena Come Patrimonio Unesco: Sette Regioni Firmano Il Protocollo D’intesa

L’Italia vuole la via Francigena come patrimonio Unesco: sette Regioni firmano il protocollo d’intesa

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Dalla Val d’Aosta al Lazio, gli assessori coinvolti firmano l’intesa per “vederne riconosciuta l’eccezionale particolarità ed importanza, sia sotto il profilo culturale che naturale”. Ma questo è solo il primo passo, i tempi sono lunghi

UNA SQUADRA di sette regioni per candidare la via Francigena come patrimonio Unesco. Dalla Val d’Aosta, dal Gran San Bernardo, al Lazio, fino al cuore di Roma. Passando per Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana. Da Nord al centro, dell’Italia e della cristianità.

Gli assessori alla cultura delle sette regioni toccate dal millenario cammino si vedono a Firenze per sottoscrivere il protocollo per la candidatura all’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di cultura, l’Unesco appunto.

Il progetto vuole realizzare, si legge in una nota, “la messa in valore della specifica porzione del tracciato che attraversa le Regioni interessate, nella prospettiva di vederne riconosciuta l’eccezionale particolarità ed importanza, sia sotto il profilo culturale che naturale”.

L’obiettivo – spiegano gli assessori – è assicurare un’efficace tutela del tracciato e la conservazione del suo eccezionale valore universale, “per le generazioni presenti e future”. Con la firma del documento, aggiunge l’assessore della Val d’Aosta Emily Rini verrà inoltre definita l’adozione delle più opportune forme organizzative di coordinamento, attraverso l’individuazione di una Regione capofila, per semplificare l’attuazione del progetto di candidatura e per assicurare il massimo raccordo tra regioni, enti locali coinvolti, la commissione italiana per l’Unesco e i ministeri competenti.

“L’Italia non ha miniere d’oro – ha detto il presidente del Lazio Nicola Zingaretti, commentando l’approvazione regionale della legge sui cammini – ma ha un patrimonio enorme fatto di borghi, tradizioni, cultura enogastronomia. Una ricchezza immensa, che tutto il mondo cerca e ci invidia”. Dobbiamo valorizzare, continua Zingaretti, “il nostro patrimonio storico e naturalistico lungo le vie come opportunità di sviluppo e di crescita per le persone”.

La via Francigena è un cammino lungo un itinerario medievale calpestato, nei secoli, da milioni di pellegrini. Collega Canterbury (Inghilterra) con Roma, passando anche per Francia e Svizzera e nel Medioevo rappresentò l’itinerario più frequentato dai cristiani in cammino verso Roma.

Lunga 1.800 chilometri (di cui oltre 1000 in Italia) e divisa in circa settanta tappe, la Francigena nel 990 d. C. venne attraversata dall’arcivescovo di Canterbury Sigerico. Armato di taccuino, l’abate tornò a casa con un ricco diario di viaggio su cui annotò non solo l’intero percorso fino a Roma, ma anche le stazioni dove i pellegrini potevano pernottare.

Oggi la via Francigena è uno dei cammini della fede più noto, basti pensare che solo nel 2014 è stato attraversato da trentamila pellegrini. Numeri destinati ad aumentare in vista del Giubileo della Misericordia di papa Francesco.

La sottoscrizione del protocollo da parte delle regioni è solo la prima tappa di un lungo processo. La candidatura ufficiale deve essere promossa dal comitato italiano e consegnata entro il 30 settembre di ogni anno. Da quel momento scatta una serie di scambi di proposte e integrazioni che durano almeno tre anni, che porteranno poi il Comitato per il Patrimonio Mondiale (che si riunisce ogni anno tra giugno e luglio) a decidere sulla candidatura.

Ma come tutti i cammini, anche il più lungo, l’importante è fare un primo passo. Buon cammino, via Francigena.

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